OAR@UM Community:/library/oar/handle/123456789/32272025-12-27T21:49:40Z2025-12-27T21:49:40ZIl cinema metareferenziale italiano : dal postfelliniano al contemporaneo/library/oar/handle/123456789/1394272025-10-01T12:11:08Z2025-01-01T00:00:00ZTitle: Il cinema metareferenziale italiano : dal postfelliniano al contemporaneo
Abstract: Questa tesi indaga la metareferenzialità nel cinema italiano dal 1993 al 2023, con l’obiettivo di offrire una riflessione critica e teorica su film che meditano sulla propria natura di oggetti costruiti. Il lavoro parte dalla convinzione che la metareferenzialità non sia solo un espediente formale, ma una strategia narrativa e visiva profondamente legata al modo in cui il cinema mette in discussione se stesso e, più in generale, la natura della realtà e dell’identità. L’indagine si articola lungo tre assi principali: il primo riguarda l’attualità della metareferenzialità nel discorso critico contemporaneo e la sua rilevanza in un contesto culturale segnato da una crescente consapevolezza dei dispositivi di rappresentazione; il secondo si concentra sulla presenza della metareferenzialità nel cinema italiano degli ultimi trent’anni, evidenziando tendenze, ricorrenze e trasformazioni; il terzo propone il concetto di “metareferenzialità autoriale”, intesa come pratica ricorrente e strutturale in alcuni autori, attraverso cui le riflessioni sul cinema e sulla finzione si intrecciano con una visione del mondo e una poetica personale. La tesi si apre con un capitolo teorico di taglio interdisciplinare, che ricostruisce la riflessione sulla metareferenzialità nei campi della letteratura, del teatro e del cinema. Il secondo capitolo propone una mappatura della metareferenzialità nel cinema italiano contemporaneo, organizzando le opere analizzate in cinque tipologie descrittive: metacinema, intertestualità e intermedialità, forme documentaristiche, giochi di genere e la metareferenzialità autoriale. Seguono tre capitoli monografici, dedicati rispettivamente a Giuseppe Tornatore, Nanni Moretti e Paolo Sorrentino, scelti per la centralità e coerenza con cui integrano la metareferenzialità nei propri universi narrativi e nel loro timbro autoriale. In Tornatore, si osserva un uso costante di spazi insulari o chiusi – isole, stanze, teatri, case museo – come metafore delle cornici e dei dispositivi attraverso cui il soggetto costruisce senso e memoria: spazi che rivelano la mediazione insita in ogni esperienza umana. In Moretti, l’identità autoriale assume la forma di una performance consapevole e instabile, mai del tutto coincidente con il sé reale e sempre intrecciata con le grandi finzioni della sfera pubblica: la politica, la società e la cultura. La sua metareferenzialità si muove tra autobiografia, autorappresentazione e autoanalisi, ma sempre in relazione dialettica con la realtà cinematografica, storica e sociale. In Sorrentino, infine, emerge una concezione dell’identità come una finzione autentica da elaborare: il suo cinema suggerisce che il vero nodo non consista nel liberarsi dalle falsità, ma nell’imparare a costruire un’illusione che sia idonea alla propria natura. La finzione non è maschera da rimuovere, ma forma necessaria per esistere. Nel complesso, la tesi propone di leggere la metareferenzialità non come chiusura autoreferenziale, ma come gesto critico e narrativo che permette al cinema di esaminare se stesso e, insieme, i modi in cui si dà forma, senso e struttura alle esperienze individuali e collettive.
Description: Ph.D.(Melit.)2025-01-01T00:00:00ZUn'analisi dell'adattamento dell’inferno di Dante nel cinema e oltre/library/oar/handle/123456789/1276862024-10-17T06:20:41Z2024-01-01T00:00:00ZTitle: Un'analisi dell'adattamento dell’inferno di Dante nel cinema e oltre
Abstract: L’obbiettivo di questa tesi è di analizzare come la cantica dell’Inferno di Dante Alighieri è stata adattata nel cinema, esplorando come questi adattamenti comunicano i temi dell’opera di Dante al pubblico contemporaneo. I risultati mostrano che l’influenza di Dante sulla cultura popolare trascende i secoli, influenzando vari campi tra cui la letteratura e il cinema. La Commedia in particolare la cantica dell’Inferno ha ispirato vari registi a tradurre la sua vivida rappresentazione dei peccati e delle loro punizioni in film. Questo studio attraverso libri come Dante, cinema & Tv di Iannucci ( a cura di) esplora il modo in cui i registi hanno interpretato l’opera dantesca nei loro film. Un adattamento rivoluzionario è il film Inferno (1911), diretto da Francesco Bertolini, Adolfo Padovan e Giuseppe de Liguoro. Questo adattamento è stato il più fedele alla cantica, ricreando le scene narrate utilizzando effetti speciali. Con i progressi tecnologici e il cambiamento dei valori sociali, gli adattamenti sono evoluti. La tesi comprende tre capitoli. Il primo capitolo discute alcuni significanti adattamenti cinematografici italiani e americani, dai primi film muti come Il Conte Ugolino (1909) agli adattamenti più recenti. Il secondo capitolo approfondisce le peculiarità dell’Inferno (1911) della Milano films, mettendo in risalto le sue caratteristiche distintive. Il terzo capitolo esamina l’adattamento del Quinto canto da parte di Roberto Benigni attraverso la recitazione dal vivo, evidenziando la sua capacità unica di umorismo e profondità emotiva. Questa ricerca rivela come registi e artisti hanno reinterpretato l’Inferno di Dante in diversi contesti culturali e temporali. Analizzando le scelte stilistiche, la ricerca sottolinea l’impatto dell’opera di Dante sulla narrazione visiva, rendendola più coinvolgente per il pubblico moderno. Questa esplorazione arricchisce la nostra comprensione del cinema e della rappresentazione di temi complessi, illustrando la rilevanza contemporanea del capolavoro di Dante.
Description: B.A. (Hons)(Melit.)2024-01-01T00:00:00ZQuattro figure femminili del Purgatorio di Dante Alighieri/library/oar/handle/123456789/1276802024-10-17T05:44:36Z2024-01-01T00:00:00ZTitle: Quattro figure femminili del Purgatorio di Dante Alighieri
Abstract: La Divina Commedia di Dante Alighieri è un’opera indimenticabile nella letteratura italiana. Quest’opera è divisa in tre cantiche, ovvero: l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. La tesi mira ad esaminare la vita e il ruolo delle figure femminili del Purgatorio.
Il primo capitolo si concentra sulla rappresentazione sociale e letteraria della donna nel Medioevo. Il secondo capitolo tratta il V canto del Purgatorio dedicato alla figura di Pia de’ Tolomei. Il terzo capitolo si basa sul XIX canto dedicato alla Femmina Balba. Il quarto capitolo si focalizza sul XXVIII canto dedicato alla figura di Matelda. L’ultimo capitolo si basa sul XXXIII canto dedicato alla Musa Beatrice.
Description: B.A. (Hons)(Melit.)2024-01-01T00:00:00ZL’Inquisizione nel cinema italiano dalla fine degli anni Sessanta ad oggi/library/oar/handle/123456789/1151982023-11-16T09:54:07Z2023-01-01T00:00:00ZTitle: L’Inquisizione nel cinema italiano dalla fine degli anni Sessanta ad oggi
Abstract: Il periodo in cui viene istituita l'Inquisizione romana è uno dei periodi più bui della storia della Chiesa. Ci sono molti miti associati all' Inquisizione che variano a seconda del contesto storico e culturale. I miti danno vita alla cosidetta leggenda nera che viene amplificata negli anni attraverso il cinema, che influenza la percezione pubblica dell' Inquisizione, e la rappresentata per indirizzare tematiche pertinenti alla scienza moderna, alla filosofia, alla dicriminazione, all' emarginazione e allo stupro. Tuttavia nel mito c'è sempre una verità ed è consigliabile esaminare le fonti storiche e accademiche affidabili per individuarla. Dopo una lettura attenta di Tribunali della coscienza di Adriano Prosperi, La società dell' Inquisizione di Dennj Solera, L'Inquisizione nell' Italia moderna di Giovanni Romeo, e la visione dei seguenti film: Galilieo di L.Cavani, Giordano Bruno di G. Montaldo, Gostanza da Libbiano di P. Benvenuti, La visione del sabba di M. Bellocchio, Menocchio di A. Fasulo, è possibile fare un confronto tra gli elementi del linguaggio cinematografico e le idee sbagliate sull'Inquisizione.
Nelle analisi di questi film sull'Inquisizione, che sono usciti dagli anni Sessanta fino ad oggi, si vede che, anche quando si basano su ricostruzioni storiche, offrono una chiave di lettura di critica sociale contemporanea. II potere oppressivo si manifesta tutt'oggi in varie strutture e istituzioni attraverso il ricatto psicologico, molto evidente nella rappresentazione di Galileo; il clientelismo, che è intravisto in Giordano Bruno; la misoginia, un pregiudizio di cui era vittima Benvenuti fino a quando dimostra di essere l'opposto con la produzione del film Gostanza da Libbiano; inoltre, la violenza sessuale è un tema di cui Bellocchio si avvale ne La visione del sabba. L' oppressione viene anche mostrata attraverso la limitazione dei diritti, la quale viene meglio vista in Menocchio da cui si può tracciare un paragone tra la classe subaltema del Cinquecento e le lotte politiche di Bobby Sands e Mahatma Gandhi nel secolo scorso.
Description: B.A. (Hons)(Melit.)2023-01-01T00:00:00Z